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Pubblicato il nuovo report BBFAW

News Section Icon Pubblicato 27/03/2025

Pubblicato ieri (27 marzo 2025) il nuovo benchmark globale sul benessere degli animali d'allevamento (BBFAW), il report che di anno in anno classifica 150 aziende globali in base alle proprie politiche, pratiche e perfomance di benessere animale. 

BBFAW blue tint image of a single hen looking at the camera

Una classifica di riferimento per il benessere animale 

Il report BBFAW, supportato da Compassion in World Farming e Four Paws, valuta le aziende sulla base di 51 criteri di benessere animale suddivisi in 5 pilastri e le classifica su sei livelli (vedi la tabella completa dei risultati). Nel 2022, BBFAW ha introdotto criteri più severi che pongono maggiore enfasi sugli indicatori di performance - che consentono di misurare l’effettivo impatto degli impegni delle aziende nelle proprie filiere - e sul loro approccio alla riduzione della dipendenza da alimenti di origine animale; quella di quest'anno è la seconda valutazione pubblica effettuata con la metodologia rafforzata.

Nel report sono analizzate anche 7 aziende italiane: Barilla, Camst, Coop Italia, Conad, Ferrero, Gruppo Cremonini e Gruppo Veronesi. Barilla rimane, rispetto al 2023, l'unica azienda a posizionarsi nel quarto livello, dove si collocano le realtà che che stanno facendo progressi nell'implementazione dei propri impegni in tema di benessere animale. 

Risultati principali

A livello generale, le aziende alimentari continuano e rinnovano l'attenzione sul benessere degli animali d'allevamento: il punteggio medio è in costante e graduale aumento, dal 16% nel 2022, al 17% nel 2023 e al 18% nel 2024. Questo suggerisce che le aziende stanno iniziando a rispondere alle nuove aspettative sulle performance di benessere animale introdotte da BBFAW nel 2022.

Dall'ultimo monitoraggio, 14 aziende sono salite di livello nella classifica, tra queste l'inglese Greggs, che ha raggiunto Marks & Spencer, Premier Food e Waitrose in cima alla classifica, al livello 2. Nessuna azienda ha raggiunto il primo livello nel 2024, mentre la maggior parte (118 aziende su 150) si posizionano negli ultimi due gradini della piramide, con evidenze limitate o inesistenti rispetto alle proprie politiche o progressi di benessere animale. Tra queste, 22 (il 15%) non hanno ancora pubblicato una politica generale sul benessere degli animali.

Le ambizioni in termini di benessere variano considerevolmente da una specie all'altra. Mentre un'ampia percentuale di aziende (il 70%) si è impegnata a porre fine all'uso delle gabbie per le galline ovaiole, pochissime si stanno attivando a favore delle scrofe (11%) o delle vacche legate alla posta nelle filiere lattiero-casearie (22%).

Ampie disparità geografiche

I risultati del report BBFAW di quest'anno rivelano un netto contrasto tra le prestazioni delle diverse zone geografiche.

Le aziende con sede nel Regno Unito dominano i livelli più alti, con un punteggio complessivo medio del 41%. Seguono le aziende con sede in Europa e in America Latina, con punteggi complessivi medi del 20%. Il punteggio medio per il Nord America è del 12% e per la regione Asia-Pacifico, solo del 9%.

Le aziende italiane si posizionano ben al di sotto della media europea, con un punteggio medio del 15%. 

Guidare il cambiamento con il sostegno degli investitori

BBFAW è sostenuta da una coalizione di investitori istituzionali, che gestiscono oltre 2400 miliardi di dollari di patrimonio, e che nel corso del prossimo anno lavoreranno con le aziende per incoraggiarle a migliorare.

BBFAW rappresenta uno strumento unico per il mercato e offre agli investitori una preziosa visione della qualità gestionale delle singole aziende alimentari. Contribuisce a fare luce su quali realtà gestiscono al meglio non solo i sistemi di benessere animale sul campo, ma anche questioni critiche per il business come il rischio di reputazione, la resilienza delle filiere di approvvigionamento e la resistenza antimicrobica. Quest'anno i risultati ci dicono molto su quali aziende stanno prendendo sul serio la questione”.

Robert-Alexandre Poujade, analista ESG, e responsabile della biodiversità presso BNP Paribas Asset Management

Leggi il report completo a questo link.

Globe

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