Secondo un report pubblicato ad agosto, senza una profonda trasformazione degli attuali sistemi di allevamento avicoli non sarà possibile arrestare la diffusione dell'influenza aviaria o ridurre il rischio di una pandemia globale.
Il report, intitolato Bird flu: Only major farm reforms can end it, dimostra che contrariamente a quanto spesso si pensi, i volatili selvatici sono di solito le vittime (piuttosto che la causa) di questa malattia, che sta sfuggendo al controllo a causa dell'aumento degli allevamenti intensivi.
Un piano d'azione in tre punti
Basandosi sulle ultime evidenze scientifiche, il report sollecita i governi a mettere in atto un piano d'azione in tre punti che comprende:
- Vaccinazione di massa dei gruppi di polli per rallentare la diffusione.
- Una ristrutturazione delle filiere avicole, con adozione di gruppi più piccoli, densità di allevamento inferiori e razze più robuste, evitando l'agglomerarsi di allevamenti per ridurre il rischio di insorgenza e diffusione di ceppi altamente patogeni.
- Un cambiamento nei modelli di allevamento dei suini, poiché i sistemi attuali fungono da "serbatoi" per lo sviluppo di nuovi virus che possono colpire suini, avicoli e umani.
Compassion ha invitato governi e istituzioni in Europa e negli Stati Uniti a collaborare con l'Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (WOAH) e l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO) per attuare questo piano d'azione il più rapidamente possibile.
Si stima che decine di migliaia di volatili selvatici siano morti a causa dell'influenza aviaria, anche se il numero reale è probabilmente molto superiore. Sebbene di solito il virus possa circolare senza causare gravi danni alle popolazioni selvatiche, la situazione è cambiata: quando si diffonde all'interno degli allevamenti intensivi di pollame (spesso attraverso indumenti o attrezzature contaminate), le alte densità di allevamento forniscono l'ambiente ideale per la rapida diffusione del virus, che può evolvere rapidamente in un ceppo altamente patogeno e rappresentare un pericolo reale.
Un reale rischio pandemico
I volatili non sono gli unici animali colpiti dall'influenza aviaria, la malattia si è già diffusa tra i mammiferi, infettando lontre, volpi, delfini, leoni marini, visoni e cani e gatti domestici, sviluppando inoltre la capacità di diffondersi da un visone all'altro, rendendo la malattia ancora più pericolosa. Se il virus sviluppasse la stessa capacità di diffondersi tra gli esseri umani, saremmo effettivamente esposti al rischio di una nuova pandemia.
Migliore benessere animale, minore rischio
Compassion incoraggia le aziende a impegnarsi a rispettare i requisiti dello European Chicken Commitment, al fine di migliorare le condizioni di allevamento dei polli da carne.
Scegliendo razze a crescita più lenta, allevate a densità inferiori, con luce naturale e arricchimenti ambientali, e abbandonando gradualmente l'allevamento intensivo a favore di sistemi rigenerativi, le aziende possono contribuire a ridurre il rischio di diffusione dell'influenza aviaria nelle proprie filiere di approvvigionamento.