Il sistema di etichettatura nazionale volontaria sul benessere animale proposto da Ministero della Salute, Ministero delle Politiche Agricole e Accredia rappresenterebbe un’etichettatura fuorviante, incapace di garantire la trasparenza necessaria per i consumatori e penalizzante per quelle aziende virtuose che in questi anni hanno cercato di differenziarsi.
Cosa prevede l'SQNBA
Lo schema Sistema di Qualità Nazionale Benessere Animale (SQNBA), proposto dai due Ministeri e da Accredia, sarebbe composto da un unico livello di certificazione di benessere animale, senza la possibilità di specificare il metodo di allevamento e, quindi, senza la possibilità di differenziare i diversi prodotti a seconda degli standard di allevamento e del potenziale di benessere animale. La presenza di un unico livello impedirebbe ad aziende e allevatori virtuosi di differenziare i prodotti che rispettano standard migliori e negherebbe ai consumatori la possibilità di fare scelte d’acquisto consapevoli, rendendo impossibile la distinzione a seconda del metodo di allevamento.
Ad esempio, la totale assenza di trasparenza rispetto al metodo produttivo potrebbe permettere l'utilizzo della stessa etichetta di benessere animale sia per una scrofa allevata in gabbia che per una libera di allattare in recinti senza confinamento. Oltre agli impatti che questo può significare per la vita di milioni di animali, questo sistema fallirebbe anche nel promuovere una transizione verso sistemi alternativi che rispettino standard minimi superiori, disincentivando i nuovi investimenti, penalizzando quelli già fatti e livellando al ribasso l'intera filiera italiana.
Cosa manca
Per garantire un sistema di etichettatura corretto e trasparente, ci sarebbero da apportare alcune modifiche essenziali:
- L’inserimento di diversi livelli di certificazione (come avviene ad esempio per le uova) che siano facilmente visibili e comparabili in etichetta, permettendo così la differenziazione dei prodotti a seconda degli standard di allevamento e incentivando scelte d'acquisto consapevoli e la transizione verso sistemi migliori
- L’esclusione dal testo del decreto dei riferimenti al controllo e alla gestione delle emissioni, tema di importanza cruciale ma scollegato dal benessere animale e che, inserito in questo contesto, renderebbe l’etichetta ancora più ingannevole per i consumatori
- L’introduzione tra i criteri atti a definire il benessere animale dei bisogni etologici di ogni specie, delle densità di allevamento e delle condizioni di trasporto
- L’inclusione di controlli non annunciati, sia per gli operatori della produzione primaria che per gli operatori del settore alimentare, almeno una volta all’anno, e non ogni tre anni come previsto dal decreto, al fine di garantire la corretta verifica dei requisiti che consentiranno di ottenere la certificazione SQNBA
- Dato il ruolo centrale del Comitato Tecnico per garantire il benessere animale che verrà istituito per licenziare i diversi disciplinari di allevamento, prevedere l'inclusione di tre rappresentanti esperti indicati dalla società civile.
Alternative esistenti
Esistono già diversi esempi virtuosi di sistemi di etichettatura da cui si potrebbe prendere esempio. Sistemi che, essendo suddivisi su più livelli, permettono di risalire al metodo di allevamento, garantendo trasparenza verso i consumatori e assicurando alle aziende virtuose la possibilità di differenziare i propri prodotti e vedere riconosciuti i propri sforzi.
In Francia, Compassion ha collaborato con il supermercato francese Casino e altre ONG allo sviluppo di un sistema di etichettatura di benessere animale per i polli articolato su cinque livelli. Questo sistema di etichettatura, attualmente gestito dall’associazione AEBEA e aperto a tutte le aziende interessate, è già adottato da cinque dei principali supermercati francesi e da cinque produttori e aziende della trasformazione.