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L'allevamento dei polpi: un disastro annunciato

News Section Icon Pubblicato 08/10/2021

Il report Octopus Factory Farming – A Recipe for Disaster (Allevamento intensivo del polpo - Un disastro annunciato), lanciato da Compassion l'8 ottobre in occasione della Giornata Mondiale del Polpo, rivela le molte ragioni per cui i piani di sviluppo dell'allevamento di polpi dovrebbero essere fermati sul nascere.

Red octopus in the wild, legs curling

Le popolazioni di polpi si stanno riducendo

I polpi pescati in natura sono consumati in tutto il mondo, in particolar modo nel continente asiatico che ne è il principale consumatore. Tra i Paesi dell'Unione Europea, l'Italia registra il dato più grande di consumo di polpo con oltre 60.000 tonnellate all'anno, seguita da Spagna e Portogallo. Di recente, inoltre, si sta registrando un incremento nella domanda anche in altri mercati, tra cui Stati Uniti e Giappone.

Attualmente il polpo proviene principalmente da attività di pesca condotte in Asia e nel Mediterraneo, ma la riduzione delle popolazioni selvatiche ha portato i ricercatori, in particolare in Spagna, Messico, Giappone e Stati Uniti, a esplorare la possibilità di allevare questi animali, con l'intenzione di vendere polpo d'acquacoltura a partire dal 2023.

L'allevamento del polpo è insostenibile e inadatto alle caratteristiche della specie

A causa della loro natura solitaria, della straordinaria intelligenza e della loro fragilità fisica, i polpi sono una specie completamente inadatta a essere allevata, condizione che li costringerebbe in ambienti affollati e sterili, senza alcuna possibilità di soddisfare i loro complessi bisogni comportamentali.

Essendo carnivori, il loro sostentamento richiederebbe la cattura di una grande quantità di pesci selvatici, il che rende l'allevamento insostenibile e dannoso anche per l'ambiente, aumentando ulteriormente la pressione sulle popolazioni di pesci selvatici ed esaurendo le fonti di alimentazione per altre specie marine.

Non esistono, inoltre, leggi europee o nazionali che regolino le pratiche di allevamento dei cefalopodi, di conseguenza i polpi non sarebbero in alcun modo protetti dalle sofferenze legate alle pratiche di allevamento intensivo e da metodi di macellazione non umani.

Con il lancio di questo report, Compassion vuole allertare i governi, i responsabili politici e i principali attori dell'industria alimentare sui rischi associati all'allevamento dei polpi ed esortare a fermarne lo sviluppo.

Principali problematiche dell'allevamento dei polpi

    • I polpi sono per loro natura animali solitari e non vivrebbero bene in condizioni di sovraffollamento e alte densità tipiche dei sistemi di acquacoltura. Questa situazione potrebbe portare a scarse condizioni di salute e creare i presupposti per l'insorgenza di comportamenti aggressivi e territoriali, che a loro volta potrebbero sfociare in episodi di cannibalismo.
    • Il tasso di mortalità negli esperimenti di allevamento di polpi è tipicamente stimato intorno al 20%, ma può raggiungere anche il 50%.
    • I polpi sono noti per la loro straordinaria intelligenza e curiosità, così come per la loro spiccata tendenza a esplorare e interagire con l'ambiente circostante, motivi per cui potrebbero facilmente annoiarsi e sentirsi frustrati in condizioni di cattività.
    • I polpi non presentano uno scheletro esterno o interno che li protegga, la loro pelle è estremamente fragile e si feriscono facilmente. In allevamento, i polpi potrebbero facilmente subire lesioni, sia a causa del contatto fisico con gli operatori sia a causa di episodi di aggressività all'interno del gruppo.
    • Per i polpi, attualmente non esistono metodi di abbattimento umano che siano stati validati scientificamente. Il loro sistema nervoso è estremamente complesso, cosa che potrebbe rendere estremamente complicato sviluppare sistemi di stordimento e macellazione adeguati. 
    • I polpi sono carnivori e dovrebbero essere nutriti con farine e oli di pesce, aggravando in questo modo la pressione già elevata sulle popolazioni ittiche selvatiche, di cui il 90% sarebbe invece adatto al consumo umano diretto. Questo non solo danneggerebbe gli oceani ma avrebbe anche un impatto negativo sulle comunità più vulnerabili. 

La Direttrice del Settore Alimentare di Compassion Tracey Jones ha concluso: “I polpi sono creature senzienti, altamente intelligenti, solitarie e con complesse esigenze di benessere, e come tali sono fondamentalmente inadatti all'allevamento. A differenza di altri sistemi di produzione consolidati, l'allevamento commerciale del polpo non è ancora una relatà e, per i problemi di benessere e sostenibilità evidenziati in questo report, la sua espansione deve essere fermata sul nascere.

"L'allevamento di polpo richiede l'uso di farine e oli di pesce la cui produzione dipende dagli stock selvatici, aggravando gli enormi impatti ecologici attuali dell'acquacoltura intensiva e andando contro le nuove Linee guida strategiche per lo sviluppo sostenibile dell'acquacoltura adottate dalla Commissione UE a maggio di quest'anno. Esortiamo quindi l'industria a fermare lo sviluppo dell'allevamento di polpo per prevenire l'inutile sofferenza di queste creature intelligenti e complesse e per evitare ulteriori distruzioni dell'ambiente."

Clicca qui per il report in inglese oppure leggi il sommario in italiano.

Globe

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