È stata pubblicata oggi (30 marzo) la nona edizione del benchmark globale sul benessere degli animali d'allevamento BBFAW, il report a cadenza annuale che classifica le aziende leader globali del settore alimentare a seconda delle loro politiche, pratiche e comunicazioni in tema di benessere animale.
Nel 2020, sono state 150 le aziende globali analizzate nel report, che ha evidenziato come, nonostante le difficoltà legate al contesto attuale, il benessere animale continui a rappresentare uno dei temi più rilevanti nelle strategie di business e sostenibilità delle aziende: rispetto al benchmark del 2019, infatti, 23 aziende (15%) sono salite di almeno un livello e il punteggio complessivo è aumentato circa dell'1% nella valutazione 2020.
Analizzando la situazione nei vari paesi, il report mette in luce come il benessere animale stia diventando un tema sempre più rilevante anche in Asia e America Latina, regioni fondamentali da un punto di vista globale dato che qui si trovano alcuni tra i più rilevanti produttori globali di carne. Diverse aziende con sede in questi Paesi hanno migliorato il proprio punteggio complessivo fino a salire di almeno un livello nella valutazione del 2020, tra queste il produttore tailandese CPF Foods, quello giapponese Meiji Holdings e l'azienda brasiliana Marfrig.
Le aziende italiane
Sono otto le aziende italiane analizzate in BBFAW 2020, provenienti dai settori della ristorazione, produzione e trasformazione e grande distribuzione. Tra queste, l'unica ad avere migliorato significativamente il proprio punteggio complessivo è Barilla, che sale al secondo livello della valutazione e si conferma l'azienda italiana con il posizionamento più alto.
Dalla prima edizione del benchmark Barilla ha progressivamente migliorato il proprio punteggio e posizionamento, arrivando a eliminare le gabbie per galline ovaiole a livello globale nel 2019 e impegnandosi a lavorare anche sul tema dei sistemi combinati, strutture ibride potenzialmente diffuse anche nel nostro paese e che presentano diverse problematiche di benessere per le galline ovaiole. L'impegno dell'azienda si estende tuttavia anche ad altre filiere, come ad esempio quella del suino, in cui Barilla si è impegnata a eliminare gradualmente la pratica del taglio della coda.
Dichiara Leonardo Mirone, Coordinatore dei Progetti di Sostenibilità di Filiera di Barilla: "In BBFAW 2013, Barilla si trovava al livello 5 e non aveva una Policy complessiva sul Benessere Animale, pur avendo già intrapreso il percorso di eliminazione delle gabbie nella filiera delle galline ovaiole sin dalla fine del 2011, facendone un elemento strategico di marchi importanti come Mulino Bianco e Le Emiliane Barilla. Questo ci è stato di stimolo per affrontare il tema del benessere animale in maniera complessiva e oggi ci assicuriamo che tutti i nostri fornitori di materie prime di origine animale rispettino standard elevati, in conformità con la Policy e le linee guida Barilla sul Benessere degli Animali, e siamo felici di aver raggiunto il livello 2 del Benchmark grazie alla preziosa collaborazione con CIWF.”
La situazione delle altre aziende italiane incluse nel report rimane pressoché invariata con Camst, Gruppo Cremonini, Ferrero, Gruppo Veronesi e Coop Italia al livello 4 del benchmark, dove si posizionano le aziende che stanno facendo progressi o sono in fase di implementazione dei propri standard di benessere animale. Conad e Autogrill rimangono invece ferme al livello più basso della classifica, non avendo ancora pubblicato una policy generale in tema di benessere animale.
Elisa Bianco, Responsabile del Settore Alimentare in Italia, commenta: “L'attuale pandemia ha avuto un forte impatto sul settore alimentare, in particolare per il settore della ristorazione, e al tempo stesso ha messo sempre più in evidenza la necessità di attuare una transizione verso sistemi alimentari più sostenibili e rispettosi del benessere animale. Come dimostra il Benchmark 2020, l'implementazione di pratiche di miglioramento progressivo sta diventando un fattore sempre più cruciale nella definizione delle performance delle aziende, ed è sempre più prioritario iniziare ad affrontare anche altre problematiche chiave di benessere animale oltre alle gabbie per le galline ovaiole, come gli standard di allevamento dei polli da carne e l’utilizzo di gabbie di gestazione e allattamento per le scrofe.”
Leggi il report completo di BBFAW 2020 qui
Principali risultati 2020
- 150 aziende globali incluse nel report, provenienti da 24 paesi:
- 52 supermercati e grossisti
- 63 produttori e trasformatori
- 35 aziende della ristorazione
- 23 aziende salite di almeno un livello nella classifica del benchmark rispetto al 2019
- Cranswick, Marks & Spencer, Noble Foods e Waitrose si confermano come leader mondiali in materia di benessere degli animali d'allevamento, posizionandosi al primo livello della classifica
- 91 delle 150 aziende incluse nel report si posizionano nei primi quattro livelli, dimostrando una gestione attiva dei rischi e delle opportunità commerciali associate al tema del benessere animale
- Produttori e trasformatori sono il settore più rappresentato nei livelli 1 e 2 del benchmark 2020, tra questi Barilla, Danone, Nestlé e Unilever, dimostrando la posizione di leadership del settore sul benessere animale
- 59 delle 150 aziende incluse si posizionano nei livelli 5 e 6, indicando poche o nessuna informazione sul loro approccio al benessere degli animali d'allevamento
- 1 azienda su 5 non ha pubblicato una politica di benessere animale e il pesce d'allevamento continua a essere trascurato nelle politiche di molte aziende
- L'89% delle aziende analizzate riconosce il benessere degli animali d'allevamento come priorità strategica aziendale, rispetto al 71% del 2012, mentre il 79% ha pubblicato una politica di benessere animale rispetto al 46% della prima edizione del report.
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