Pubblicato 29/10/2020
È stata pubblicata oggi la quarta edizione del report EggTrack di Compassion, il primo a carattere globale che mostra come, nonostante l'impatto della pandemia, le aziende stiano continuando a fare progressi per il raggiungimento dei propri obiettivi ad abbandonare le gabbie.
Secondo i dati del report 2020, il primo a includere gli impegni globali delle aziende oltre a quelli di Stati Uniti ed Europa, il 63% delle 210 aziende analizzate comunica i progressi fatti verso il raggiungimento dei propri obiettivi. Dal 2016, il numero di aziende con un impegno globale ad abbandonare le gabbie nelle filiere di uova è aumentato da 5 a più di 37, tra cui giganti globali come Barilla, Unilever, Nestlé, Danone, Grupo Bimbo, Compass Group, Aldi Nord e Aldi Sud.
I risultati mostrano come la domanda di uova non in gabbia sia in aumento in tutto il mondo e non si limiti più solo ai mercati europei e nordamericani. Tuttavia, allo stesso tempo un numero importante di aziende multinazionali ha pubblicato impegni ad abbandonare le gabbie che coprono solo alcune delle aree geografiche in cui operano e devono ancora fare il passo successivo per estenderli a tutte le proprie filiere globali.
Risultati principali del report 2020
In Italia
- Nel 2020, 3 nuove aziende hanno comunicato di avere raggiunto l'obiettivo 100% senza gabbie in tutte le filiere di uova e ovoprodotti, portando il totale delle italiane a 7, tra cui Barilla, Ferrero, Gabusera e Lidl Italia
- 4 aziende hanno aggiornato e comunicato per la prima volta i progressi fatti, tra cui Chef Express e i produttori di uova Fattoria Roberti e Sabbatani
- Tra i supermercati operanti in Italia, solo 5 (ALDI, Bennet, Carrefour, Coop Italia e Lidl) hanno un impegno o una politica corrente a eliminare le gabbie sia dalla filiera di uova fresche che da quella di prodotti a marchio contenenti uova come ingrediente
- 8 aziende non comunicano lo stato della transizione, tra cui Autogrill, Flunch e IN's
- 4 aziende (Balocco, Paluani, CONAD e Sammontana) hanno superato la data prevista dal loro impegno e, al momento della valutazione, non hanno comunicato se effettivamente l'hanno raggiunto.
In Europa e nel resto del mondo:
- Il numero di aziende che comunicano i progressi fatti in Europa è passato da 57 nel 2018 a 83 nel 2020
- Tra le 15 aziende che hanno comunicato i progressi fatti per la prima volta in Europa quest'anno, anche il principale produttore di uova in Francia Gruppo Avril
- 19 aziende hanno completato la transizione in Europa nel 2020, incluse Unilever, Caffè Nero nel Regno Unito e Groupe Holder in Francia
- Barilla è l'unica azienda ad aver raggiunto già nel 2019 il proprio impegno globale ad abbandonare le gabbie
- Aramark, Sodexo e Compass Group hanno comunicato i progressi fatti a livello globale su tutte le categorie di uova.
Prospettive per il futuro
A livello globale, con l'avvicinarsi della scadenza del 2025, è necessario iniziare ad accelerare la conversione delle filiere, avviando al più presto le discussioni con i fornitori ed evitando di investire in sistemi inadeguati alle richieste del mercato e dei consumatori, come l'allevamento in sistemi combinati.
In Italia, resta sempre ai margini l'attenzione nei confronti delle filiere dei prodotti contenenti uova come ingrediente, come dimostra il bassissimo numero di aziende della ristorazione con un impegno ad abbandonare le gabbie e quello ancora limitato di supermercati il cui impegno si estende sia alle uova in guscio che ai prodotti a marchio che contengono uova come ingrediente.
Dichiara Elisa Bianco, responsabile del Settore Alimentare di Compassion in Italia: “Non è mai stato così chiaro che il futuro della produzione di uova, in Italia come nel resto del mondo, sarà senza gabbie. Senza dubbio, è particolarmente degno di nota il fatto che le aziende continuino a fare progressi in questa direzione, nonostante le difficoltà portate dalla pandemia, ma purtroppo molto lavoro resta ancora da fare. Le galline in gabbia sperimentano lo stesso tipo di sofferenza, indipendentemente dal modo in cui verrà utilizzato l’uovo che depongono, ed è quindi importante che tutte le aziende, soprattutto quelle che utilizzano grandi volumi di ovoprodotti come le catene di bar e ristoranti e i supermercati, si impegnino maggiormente per abbandonare le gabbie da tutte le loro filiere.”
Leggi il report completo e vedi i progressi fatti delle aziende a questo link.