Pubblicato 04/08/2015
Il tema della sicurezza alimentare è stato al centro dell’ultimo convegno annuale dell’Ordine Nazionale dei Biologi organizzato a Expo qualche settimana fa. Il team di Compassion in World Farming (CIWF) è stato invitato a partecipare per raccontare come benessere animale e sicurezza alimentare siano strettamente correlati tra loro.
In questo contesto, Elisa Bianco, responsabile del Settore Alimentare di CIWF, ha evidenziato come migliorare il benessere degli animali in allevamento contribuisca a migliorare anche la sicurezza degli alimenti, portando come esempio il caso del Campylobacter.
L’infezione da Campylobacter è fra le intossicazioni alimentari più diffuse nell’Unione europea. I casi segnalati sono circa 200.000 all’anno, ma molti Stati Membri non hanno un piano di monitoraggio attivo delle infezioni e, nella pratica, molti casi sfuggono ai sistemi di controllo. Le stime ufficiali parlano di 9 milioni di casi di infezioni ogni anno nel territorio dell’Unione, con una spesa per la società che si aggira attorno ai 2,4 miliardi di euro l’anno, tra costi sanitari e perdite di produttività in termini di giornate di lavoro/scuola.
La presenza sul mercato di carne di pollo cruda contaminata è spesso la principale fonte di infezione da Campylobacter, da sempre considerato un batterio commensale, tipicamente presente nell’intestino dei polli senza causare danni. Tuttavia, un numero sempre crescente di prove scientifiche mostra che Campylobacter è in grado di causare infiammazioni intestinali, danni alle mucose e alterazioni nella permeabilità delle pareti intestinali. Un processo che permette al batterio di entrare nel circolo sanguigno ed essere ritrovato, dopo la macellazione, all’interno dei muscoli e di altri organi interni, spiegando così i casi di contaminazione in cui il Campylobacter non viene più trovato solo sulla superficie esterna delle carcasse, ma anche all’interno di organi come il fegato e di tessuti muscolari come il petto di pollo.
Il background genetico dei polli è sicuramente importante nella regolazione di questo processo, perché le razze ad accrescimento rapido hanno una scarsa regolazione della risposta infiammatoria e ne risultano affette più severamente delle razze ad accrescimento lento. Pratiche come quella dello sfoltimento, inoltre, non solo sono negative per il benessere animale, ma contribuiscono anche ad aumentare la probabilità di colonizzazione e diffusione del Campylobacter. Lo sfoltimento è piuttosto comune nei sistemi intensivi e consiste nel prelevare circa il 30% di animali qualche giorno prima degli altri, per macellarli a un peso più leggero (~1,8 kg a 33/34 giorni invece dei 2,2-2,4 kg raggiunti 5/7 giorni più tardi dagli altri). Alcuni allevamenti sono anche sfoltiti più di una volta per ciclo produttivo, aumentando ulteriormente i rischi. Per il benessere dei polli, si tratta di una pratica particolarmente stressante sia perché gli animali vengono disturbati e manipolati, sia per la deprivazione di cibo e acqua a cui è soggetto l’intero gruppo prima di ogni sfoltimento.
Lo stress cui sono sottoposti gli animali può compromettere il loro sistema immunitario e aumentare la suscettibilità allo sviluppo di infezioni.
Secondo i primi studi sperimentali, la noradrenalina, la cui produzione aumenta in situazioni di stress, può esaltare le capacità infettive del Campylobacter: la presenza dell’ormone, infatti, sembra essere capace di aumentare la motilità del batterio, migliorare la sua capacità di invadere cellule ospiti e ridurre ulteriormente l’adesione delle giunzioni strette dell’intestino (più di quanto non fanno le sole tossine batteriche). In questo modo il Campylobacter diventa capace di oltrepassare la barriera intestinale e migrare attraverso i vasi sanguigni e, quando i polli vengono macellati, i piccoli capillari presenti nei muscoli e negli organi interni posso trattenere al loro interno il batterio.
Se l’obiettivo è ridurre i casi di infezione da Campylobacter, appare quindi indispensabile iniziare a riconoscere che proibire lo sfoltimento e rispettare il benessere degli animali è un passaggio fondamentale per garantire standard migliori di sicurezza alimentare.
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