I pesci sono esseri senzienti che conducono vite complesse e sono capaci di provare dolore, stress e paura, ma anche di dimostrare un grado di intelligenza avanzata, instaurare legami sociali e manifestare emozioni positive.
Attualmente il numero di pesci allevati in sistemi intensivi è estremamente elevato. In questi allevamenti sono spesso obbligati a vivere in condizioni che non soddisfano le loro fondamentali esigenze di benessere e molti vanno ogni anno incontro a morte prematura.
Cos'è l’acquacoltura?
Cos'è l’acquacoltura?
L’acquacoltura è quel processo che gestisce l’allevamento ittico (pesci, crostacei, molluschi e alghe) in condizioni controllate, specialmente per il consumo umano. Rappresenta il settore di produzione alimentare in più rapida crescita nel mondo, tanto da soppiantare sempre di più l’industria della pesca tradizionale. Ad oggi la produzione supera i 263 miliardi di dollari all’anno, e oltre metà dei prodotti ittici attualmente consumati proviene da allevamenti.
L'acquacoltura in numeri
Nel 2019, il 56% (FAOStat 2021) di tutti i prodotti ittici consumati nel mondo è stato prodotto in impianti di acquacoltura. Ci si aspetta un ulteriore incremento (fino al 32%), con la diminuzione della cattura di pesci selvatici a causa dello sfruttamento degli stock ittici e delle limitazioni di natura biologica. I pesci non riescono a riprodursi abbastanza velocemente per ricostituire le popolazioni ittiche, inoltre il cambiamento climatico e gli interventi umani stanno influenzando i loro habitat rendendo la riproduzione ancora più difficile.
In acquacoltura la produzione ittica viene generalmente misurata in tonnellate invece che in unità singole, quindi fare un calcolo del numero di pesci prodotti in questi impianti può risultare difficile a causa delle diverse specie allevate e del loro peso al momento della raccolta. Tuttavia, sono disponibili alcune stime per tre delle principali specie ittiche allevate (cifre risalenti al 2018):
Salmone – fino a 674 milioni di pesci
Branzino – fino a 955 milioni di pesci
Orata – fino a 1.035 milioni di pesci
Ogni anno vengono allevati approssimativamente 109 miliardi di pesci, che è più di qualunque altro animale terrestre allevato: polli 66 miliardi, suini 1,5 miliardi, agnelli 588 milioni e bovini 290 milioni.
L’espansione dell’acquacoltura
L’aumento della domanda di prodotti ittici non solo ha fatto rapidamente crescere gli allevamenti di specie ittiche comuni (come salmone e branzino), ma ha portato anche allo sviluppo di impianti per l’allevamento di altre specie acquatiche, quali polpi o tonni. Tuttavia, le diverse specie hanno diverse esigenze biologiche e comportamentali che potrebbero non renderle adatte a vivere in cattività.
Il polpo, ad esempio, è una specie carnivora con esigenze comportamentali complesse e allevarlo non solo è dannoso per il suo benessere, ma aumenta anche la pressione sugli stock ittici selvatici utilizzati per nutrirlo.
Dipendenza dalla cattura di pesci selvatici per i mangimi
In acquacoltura molte specie carnivore, come il salmone, vengono nutrite con grandi volumi di specie selvatiche pescate e trasformate in farina o olio di pesce. L’industria della farina di pesce ammonta a 500 - 1000 miliardi di pesci su 790 - 2300 miliardi di pesci catturati ogni anno.
Oltre il 78% della produzione di farina di pesce e il 68% di olio di pesce viene utilizzata come mangime per gli animali allevati, prevalentemente pesci. Questa è una pratica di per sé insostenibile in quanto favorisce la sovrapesca e l'esaurimento delle risorse alimentari essenziali per molte comunità locali e animali selvatici, compresi gli uccelli marini e i mammiferi marini, causando una crisi globale.
Esistono diversi schemi di certificazione finalizzati ad assicurare la sostenibilità e le buone pratiche in acquacoltura.
Tuttavia, gli standard dei cinque principali enti certificatori quali Marine Stewardship Council (MSC), Aquaculture Stewardship Council (ASC), Global G.A.P., Friend of the Sea (FoS) e Best Aquaculture Practices (BAP), si concentrano prevalentemente sull’ambiente e sui diritti umani, con MSC e FoS impegnati anche sulla sostenibilità degli stock ittici. Pur riconoscendo l’importanza di tutto ciò, occorre fare di più per introdurre standard che tutelino il benessere di tutti i pesci durante l’allevamento, la cattura, il trasporto e l’abbattimento.
Molti di questi schemi non contemplano il concetto di benessere animale, sebbene il benessere sia intrinsecamente legato alla sostenibilità. Come parte della campagna #Ripensaipesci, Compassion sta incoraggiando questi schemi di certificazione a introdurre o migliorare i loro standard sul benessere dei pesci.
Sebbene alcuni degli enti certificatori stiano attualmente rivedendo i propri standard per integrarli con i requisiti relativi al benessere dei pesci, il processo è piuttosto lento e il benessere dei pesci viene spesso preso in considerazione ma con delle limitazioni.
Scopri i requisiti dei diversi enti di certificazione:
I pesci vengono spesso abbattuti in modo disumano e molti devono sopportare una morte lenta e dolorosa dovuta ad asfissia, immersione in una miscela di ghiaccio e acqua, esposizione a biossido di carbonio e per dissanguamento, per fare alcuni esempi.
Questi metodi provocano dolore, prolungando paura e sofferenza. Può accadere che molti pesci rimangano coscienti e provino dolore per diversi minuti dopo il taglio delle branchie, mentre vengono lasciati dissanguare.
Esistono metodi di abbattimento più rispettosi del benessere dei pesci: in Gran Bretagna e in Norvegia i pesci generalmente vengono storditi prima di essere abbattuti. Tuttavia, lo stordimento prima dell’abbattimento non è obbligatorio per legge e a volte non viene praticato correttamente, quindi sono ancora milioni i pesci che vengono uccisi senza stordimento.
Compassion raccomanda di ricorrere a metodi di stordimento efficaci per tutti i pesci, che li rendano insensibili e incoscienti fino all'abbattimento, evitando ogni tipo di sofferenza.
Leggi le nostre linee guida per lo sviluppo di una politica aziendale sui metodi di abbattimento umano nella filiera ittica e un report sull’abbattimento dei pesci allevati in UE:
Sovraffollamento, qualità dell’acqua e condizioni di allevamento
Sovraffollamento
L’acquacoltura industriale dipende dall’allevamento di un numero elevato di pesci all’interno di recinti su terra o in mare, con alte densità di animali allevati per garantire una produzione commercialmente redditizia. Tuttavia, il sovraffollamento di questi allevamenti limita lo spazio disponibile e non permette ai pesci di esprimere i propri comportamenti naturali, provocando aggressività, ferite e stress. Può inoltre limitare la capacità dei pesci più remissivi di sfuggire a quelli dominanti e persino la possibilità stessa di nuotare.
Qualità dell’acqua
I pesci allevati ad alte densità di allevamento assorbono più ossigeno dall’acqua e producono più scorie, influendo sulla qualità stessa dell’acqua.
In natura i pesci sarebbero in grado di allontanarsi dalle zone dove la qualità dell’acqua è scarsa e dove prosperano le alghe, ma negli impianti di acquacoltura restano intrappolati e costretti a subire gli effetti negativi come i danni e l’ostruzione delle branchie e bassi livelli di ossigeno, che possono portare al soffocamento.
Condizioni d'allevamento
Vasche e gabbie spoglie non rappresentano un ambiente accettabile per garantire ai pesci allevati una buona qualità di vita. Mancando qualunque stimolo, i pesci non possono fare altro che nuotare senza scopo. Tuttavia, l'ambiente può essere arricchito per fornire una maggiore complessità ambientale in grado di ridurne stress e aggressività.
Il branzino e l’orata, ad esempio, di solito setacciano il fondo marino in cerca di cibo e si nascondono sotto la sabbia per proteggersi e riposarsi, mentre i salmonidi si nascondono tra le rocce per sfuggire dai predatori e dalle intemperie.
È importante che ogni specie ittica riceva il giusto tipo di arricchimento in ciascuna fase della propria vita e che questo venga fornito nella quantità e nella posizione adatta per alleviare lo stress ed evitare l’aggressività.
Gli standard di ASC, Global G.A.P. e BAP non prevedono la presenza di arricchimenti, sebbene FoS abbia recentemente aggiornato i propri standard raccomandandone l’utilizzo.
I produttori devono garantire che i pesci vengano allevati a basse densità di allevamento e la presenza di arricchimenti ambientali, per favorire il loro benessere fisico e mentale, fornendo più spazio per nuotare, riducendo lo stress e l’aggressività e offrendo una migliore qualità dell’acqua.
Scopri di più sugli arricchimenti per i pesci d'allevamento e su come la politica di benessere di MOWI includa un impegno a ridurre le densità di allevamento, a macellare in modo umano e a fornire arricchimenti ai pesci.
La mancanza di spazio negli allevamenti ittici può indurre comportamenti aggressivi e aumentare le lesioni, come ad esempio la morsicatura delle pinne, molto comune in acquacoltura. I pesci spesso si scontrano l’uno con l’altro, si graffiano sulle reti quando vengono raggruppati per la raccolta o la misurazione, o semplicemente perché reagiscono a una fonte esterna di stress, che si tratti di un subacqueo, un predatore o qualunque procedura svolta nell’allevamento, compreso il momento in cui vengono nutriti.
I pesci possiedono un sistema immunitario non-specifico ben sviluppato, ossia le barriere che costituiscono la loro prima linea di difesa come la pelle (compreso il rivestimento di muco) e le branchie. Qualunque ferita interrompe o rimuove queste barriere, permettendo ai patogeni di infettare i pesci indeboliti. Inoltre, le condizioni di sovraffollamento nei recinti di acquacoltura sono ideali per la diffusione e trasmissione di malattie e parassiti tra i pesci.
Le infestazioni di pidocchi di mare, ad esempio, sono diventate molto comuni in acquacoltura, favorite dalle alte densità, con una rapida diffusione da un allevamento all’altro e persino al di fuori, tra i salmonidi selvatici. I pidocchi di mare sono parassiti che si cibano di pelle, sangue e muco dei salmonidi, provocando ampie ferite aperte che si possono infettare e portare alla morte.
I pesci malati dovrebbero ricevere trattamenti adeguati per tutelarne il benessere, ma per prevenire infezioni dilaganti di questo genere bisognerebbe migliorare la gestione dei pesci. Sfortunatamente molte delle pratiche attuali di trattamento delle malattie non sono in grado di garantire il benessere dei pesci e spesso risultano anche dannose per l’ambiente:
Molti dei trattamenti contro le malattie avvengono in mare aperto e comportano la somministrazione di sostanze chimiche o la dispersione di medicinali nell’acqua, correndo il rischio che queste sostanze si diffondano nelle acque circostanti e abbiano un impatto sugli altri pesci e la fauna locale, oltre che sull’ambiente.
Alcuni farmaci vengono aggiunti al mangime, tuttavia accade spesso che il cibo non consumato si depositi sul fondo causando la proliferazione di alghe e influenzando la flora e fauna locali.
Gli antibiotici possono essere impiegati sistematicamente per contrastare determinate patologie, aumentando significativamente il rischio di antibiotico-resistenza.
Nel caso di pidocchi di mare, i metodi utilizzati attualmente nell’industria dei salmoni prevedono bagni in sostanze chimiche, shock termici (thermolicer) e rimozione meccanica (hydrolicer) che possono provocare ferimenti, stress e alti tassi di mortalità.
L’impiego di “pesci pulitori” che si nutrono dei pidocchi che infestano i salmoni è un altro trattamento comune, ma il loro benessere viene raramente considerato e anch’essi soffrono di scarsa salute e alti tassi di mortalità.
Limitare il periodo di digiuno
Una pratica comune in acquacoltura è il digiuno periodico dei pesci, soprattutto prima del trasporto e dell’abbattimento. Questo garantisce che gli apparati digestivi siano vuoti per poter mantenere una buona qualità dell’acqua durante il trasporto ed evitare la contaminazione con materiale fecale durante l’abbattimento.
Il tempo necessario all’apparato digestivo per svuotarsi varia da specie a specie e dipende dalla temperatura dell’acqua. Di solito, sono sufficienti 48-72 ore per svuotare l’intestino della maggior parte delle specie allevate. Tuttavia, i programmi di certificazione permettono di prolungare il digiuno dei pesci per diverse settimane senza che ci sia un’effettiva necessità. Questo provoca grande disagio, indebolisce i pesci e può portare ad aggressività e gravi ferite.
Specie ittiche d'allevamento
Salmone
Noto anche come il “Re dei pesci”, il Salmone è una delle specie ittiche più rinomate grazie alle accattivanti immagini che lo mostrano mentre migra risalendo i fiumi controcorrente per deporre le uova. Il suo ciclo vitale è complesso in quanto appartiene a una specie anadroma che può vivere sia in acqua dolce che salata. In natura, i salmoni nascono nei fiumi che scorrono a monte, lì trascorrono le prime fasi della loro vita prima di nuotare verso il mare dove maturano e migrano per lunghissime distanze, per poi tornare nei fiumi dove sono nati per deporre le uova.
Il Salmone è un pesce robusto ma anche delicato. Può coprire ampie distanze, ma è anche vulnerabile allo stress. Prospera in acque relativamente fredde, pulite e ben ossigenate, nei fiumi dove può muoversi agevolmente. Si trova prevalentemente lungo le coste europee del Nord Atlantico, ma il riscaldamento dei mari e la pressione umana stanno contribuendo al declino delle popolazioni di salmoni.
Il salmone in acquacoltura
Il Salmone viene consumato in tutto il mondo e rappresenta una delle principali specie ittiche allevate. Si produce principalmente in Norvegia, Cile, Scozia e Canada all’interno di gabbie marine. Dal 2010 la produzione di salmone in acquacoltura è aumentata di circa il 70% e si prevede che cresca ulteriormente grazie alla sua popolarità tra i consumatori.
In acquacoltura il salmone va incontro ad alti tassi di mortalità a causa di malattie, pidocchi di mare e trattamenti per la disinfestazione. Ad esempio, nel 2019 Scozia e Norvegia hanno registrato perdite dovute a mortalità pari al 13,5% e 15% della produzione annuale complessiva.
Risorse - Salmone
Un'illustrazione sintetica delle principali informazioni sul salmone.
Una sintesi dei dati pubblicati relativamente al salmone allevato in acquacoltura che offre una panoramica dell’industria su produzione, mortalità, malattie, commercio e consumo.
Analizza i problemi relativi alla predazione di pesci allevati e fornisce una guida sui metodi di gestione per migliorare il benessere dei pesci e della vita marina.
Il branzino e l’orata rappresentano una parte significativa della dieta mediterranea, ma si possono trovare anche al di fuori del Mediterraneo, nelle acque del Nord Atlantico e nel Mare del Nord. Vivono lungo le coste, sebbene tendano a trascorrere i mesi più freddi lontano dai litorali, in cerca di acque con temperature più stabili.
Il branzino e l’orata hanno un’alimentazione simile, si nutrono infatti di piccoli crostacei, molluschi e vermi. L’orata, con la sua bocca e i denti altamente specializzati, riesce a rompere facilmente gusci e conchiglie, quindi finisce col cibarsi prevalentemente di crostacei e molluschi, oltre che di alghe e altre piante marine, mentre il branzino è noto per essere un carnivoro vorace che si nutre anche di altri pesci.
Trattandosi di una specie proterandrica, l’orata è maschio fino ai 2 anni di età, poi diventa femmina. Questo è uno dei motivi per cui l’industria mira a raccogliere le orate prima che si verifichi tale cambiamento, dato che le femmine investirebbero più risorse nello sviluppare le uova invece che crescere.
Il branzino e l’orata sono le principali specie ittiche allevate in acquacoltura nel Mediterraneo. Il produttore leader di entrambe le specie è la Turchia, seguita dalla Grecia. La produzione globale è aumentata di anno in anno, registrando dal 2010 al 2018 un incremento del 75% per il branzino e del 60% per l’orata.
Per entrambe le specie il tasso di mortalità in acquacoltura è del 20%, ma la causa delle malattie è diversa: i branzini tendono a soffrire di infezioni batteriche, mentre le orate vengono colpite principalmente da malattie portate da parassiti. Le orate soffrono anche della cosiddetta “sindrome invernale”, una patologia multifattoriale causata dall’impossibilità di migrare verso acque più profonde per evitare le temperature fredde.
Risorse – Orata e branzino
Un riassunto sulla situazione attuale della produzione di orata e branzino e una breve descrizione del pacchetto di risorse disponibili per queste specie.
Tesco - Promuovere l’innovazione verso metodi di abbattimento umano dei pesci
Un caso studio e un video di accompagnamento che mostrano come Tesco ha collaborato con i propri fornitori turchi per introdurre un sistema di stordimento elettrico più umano nella produzione di branzini e orate.
La trota iridea è un salmonide di acqua dolce ma, come il salmone, trascorre i primi anni di vita nel fiume per poi migrare verso il mare, dove raggiunge l’età adulta prima di tornare nello stesso fiume per riprodursi.
Originariamente si trovava nelle acque costiere e nei fiumi sulla costa del Pacifico del Nord America fino al Messico e in alcune zone dell’Asia, lungo le coste del Mar di Bering. Come le altre trote, vive in acque pulite e fredde, ma si adatta facilmente ai cambiamenti ambientali. La trota iridea è considerata il camaleonte dei pesci grazie alla propria abilità a cambiare colore per imitare l’ambiente, oppure in condizioni di stress o pericolo. Si tratta di un predatore la cui dieta è costituita prevalentemente da insetti e piccoli invertebrati acquatici e, se possibile, va a caccia di altri pesci o delle loro uova.
Ulteriori informazioni sulla Trota Iridea qui: Chi è la trota?
La trota iridea in acquacoltura
Sebbene provenga dalle coste dell’Oceano Pacifico, la trota iridea è stata introdotta in acquacoltura in tutto il mondo, rappresentando la specie di trota maggiormente allevata. In genere viene allevata all’interno di stagni, ma vengono utilizzati anche canali, impianti di ricircolo e gabbie galleggianti.
I principali produttori nel mondo sono Cile, Norvegia, Italia, Francia e Danimarca, ma il continente con il consumo maggiore è l’Asia, dove si è registrato un aumento del 62% dal 2010.
Risorse – Trota Iridea
Un riassunto sulla situazione attuale della produzione di trota iridea e una breve descrizione del pacchetto di risorse disponibili per questa specie.
Il polpo è un mollusco cefalopode facile da identificare grazie ai suoi otto tentacoli. Si trova in habitat marini ampi e distanti fra loro, dalle barriere tropicali alle latitudini polari. Si tratta di una specie principalmente bentonica, il che significa che draga il fondo marino dove va a caccia di granchi, gamberi e molluschi al tramonto, in un’area con al centro la sua tana dove può ripararsi dai predatori.
Il polpo è famoso per la sua abilità a cambiare colore per imitare l’ambiente circostante e per comunicare. Non solo è in grado di cambiare colore, ma anche la consistenza della pelle.
Il polpo è dotato di un’intelligenza straordinaria ed è curioso, tanto da esplorare continuamente l’ambiente che lo circonda. Presenta una varietà di comportamenti complessi e si sa, ad esempio, che si ricopre di conchiglie o gusci di cocco per nascondersi dai predatori.
L’Asia è la principale regione dove si pratica la pesca del polpo, mentre Corea e Spagna sono i più grandi importatori. A causa della riduzione di popolazioni selvatiche di polpo, il numero di esemplari è andato diminuendo e il prezzo è salito al punto da far aumentare l’interesse verso l’allevamento di questa specie.
Il polpo in acquacoltura
Sebbene ad oggi non esista una produzione di polpi in acquacoltura, l’industria sta esplorando la possibilità di allevare questi animali e la Spagna ha annunciato che comincerà a vendere polpi d'acquacoltura a partire dal 2023.
Il polpo, tuttavia, è una specie carnivora con esigenze comportamentali complesse, quindi allevarli su terra non solo sarebbe dannoso per il loro benessere, ma aumenterebbe anche la pressione sugli stock ittici selvatici utilizzati per nutrirli. Leggi di più sui rischi legati all'allevamento di polpi.
Il gambero è una varietà di crostaceo decapode che abita prevalentemente lungo le coste e gli estuari, ma anche in fiumi e laghi, rovistando in cerca di alghe, batteri e altri microorganismi, compresa materia organica in decomposizione. In genere, si tratta di creature solitarie, a eccezione della stagione di deposizione delle uova in cui possono formare ampi banchi.
La mazzancolla, originaria di Sonoma in Messico, è la specie più utilizzata in allevamento, con una produzione di 5.446 milioni di tonnellate nel 2019, il doppio rispetto al 2010. La mazzancolla è stata introdotta in Asia all’inizio del millennio e l’Asia rappresenta attualmente il principale produttore.
IL PROGETTO DI TESCO E HILTON SEAFOOD PER IL BENESSERE DEI GAMBERI
Tesco e Hilton Seafood hanno lavorato insieme per migliorare il benessere dei gamberi d'acqua calda.
Leggi qui il caso di studio di un trial su scala commerciale di un sistema di stordimento elettrico umano per gamberi d'acqua calda.
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